Gesualdi Francesco - 2013 - L’economia del bene comune by Gesualdi Francesco

Gesualdi Francesco - 2013 - L’economia del bene comune by Gesualdi Francesco

autore:Gesualdi Francesco [Gesualdi Francesco]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: General, Business & Economics, Development, Economic Development, Political Science, Political Economy, Public Policy, Economic Policy, Economics, Literary Collections, Essays, Business Ethics, Theory, Sustainable Development
ISBN: 9788858851197
Google: y4P3mJPjw_oC
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2013-03-12T23:00:00+00:00


Un’abitudine già in vigore

A prima vista, l’idea della partecipazione diretta ai servizi pubblici può sembrare bizzarra, ma a pensarci bene non è una grande novità. In ambito politico è già un fatto abituale. Se non ci fosse nessuno disposto a mettersi in gioco per ricoprire la carica di sindaco, di consigliere o di deputato, la democrazia finirebbe. Finirebbe anche se non ci fosse nessuno disposto a fare lo scrutatore o il presidente di seggio durante le elezioni. E questi non sono forse servizi svolti in maniera diretta? Del resto molta gente con più di trent’anni ricorda di avere passato un anno della sua vita nell’esercito. E non per scelta, ma per obbligo. Per la verità, molti di noi conservano un pessimo ricordo di quel periodo. Ma non siamo rimasti stravolti dall’idea di dedicare un anno della nostra vita al servizio della comunità. Siamo rimasti scandalizzati dal tipo di servizio, o meglio di non servizio, che ci veniva imposto di svolgere.

Certi fatti dimostrano che la gente ha sempre più voglia di partecipazione diretta. Un rapporto pubblicato dalle Acli nel giugno 2003 indica che svariati milioni di italiani (addirittura il 50%) sono impegnati in attività di volontariato.1 Chi per imboccare gli ammalati, chi per spegnere gli incendi, chi per ripulire le spiagge, chi per raccogliere feriti, chi per servire la minestra nella mensa dei poveri. E il volontariato che cos’è, se non un servizio gratuito messo a disposizione della collettività? 25 milioni di italiani ci mandano a dire che non si accontentano più di un rapporto con la società mediato dal denaro. Vogliono un contatto diretto, hanno bisogno di coinvolgimento, cercano partecipazione, perché ciò li fa sentire più soddisfatti, più realizzati.

Ma oltre che un piacere, la partecipazione diretta sta diventando una necessità, perché per varie ragioni le finanze a disposizione dei comuni sono sempre più esigue. Nel luglio 2004, dopo che il governo aveva deciso di ridurre i fondi destinati agli enti locali di un ulteriore 10%, la giunta di Vervio, in Valtellina, ha deciso di dedicarsi essa stessa ai lavori pubblici. Il sindaco e gli assessori si sono improvvisati stradini: hanno preso il camioncino municipale, un gruppo elettrogeno e hanno girato per le vie, ridipingendo le strisce pedonali e gli stop sull’asfalto per rendere più sicura la circolazione stradale. Il sindaco Giuseppe Saligari, intervistato da “la Repubblica”, ha spiegato così la loro decisione: “Anche se siamo un comune di appena 243 abitanti, avremmo bisogno di altri 50.000 euro per le necessità più impellenti. Ma il governo invece di darceli, i soldi ce li leva. Così abbiamo deciso di attivarci da soli”.



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